lunedì 12 febbraio 2007

BELLISSIMO FILM

Ciao ragazze... ieri sera io, Luca, Rosa e Checca siamo andati a vedere un film bellissimo che consiglio a tutti: "La ricerca della felicità".
Mi è piaciuto tantissimo nonostante alla fine del film fossi una larva con gli occhi pieni di lacrime... Vi scrivo alcune recensioni e la trama...







La ricerca della felicità
(The Pursuit of Happyness)
Un film di Gabriele Muccino.



Con Will Smith, Thandie Newton, Jaden Smith, Cecil Williams, Kurt Fuller. Genere Drammatico, colore, 117 minuti. Produzione USA 2006.




Sentimenti quotidiani per l'esordio americano di Muccino Tratto da una storia vera, il film racconta di un americano, Chris Gardner, rimasto da un giorno all’altro senza lavoro e senza famiglia, che cerca in tutti i modi di ricominciare a vivere.


Marzia Gandolfi.








Trama:Chris Gardner è un brillante venditore senza fortuna nella San Francisco degli anni '80. Padre affettuoso di Christopher, un vivace bambino di cinque anni, e marito di una scontrosa compagna, Chris fatica a sbarcare il lunario. La moglie, incapace di reggere la crisi, abbandona marito e figlio per cercare fortuna a New York. Rimasto solo Chris cerca tenacemente e ottiene un posto da stagista non retribuito presso una società di consulenza finanziaria. Senza stipendio, sfrattato dall'appartamento e poi dalla stanza di un infimo motel, Chris e il suo bambino cercheranno di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto o nei bagni pubblici della metropolitana. Indossando sempre il suo abito migliore e l'orgoglio di chi non vuole mollare, Chris troverà una porzione di felicità. Gabriele Muccino ricomincia dall'America, lasciando a casa il suo cinema d'interni, di famiglie borghesi in crisi e di dialoghi urlati, accelerati e quasi sempre travolti dalla musica. A restare sono invece i sentimenti, calati questa volta nella realtà americana e rinnovati da quella stessa realtà. Dietro l'energia della messa in scena e il ritmo del racconto non ci sono corna, separazioni o crisi adolescenziali, non ci sono nemmeno yuppie meschini che riscoprono la spontaneità attraverso la fuga. C'è piuttosto un padre che resta e decide di sognare per sé e suo figlio, realizzando l'ambizione di desiderare un po' della felicità del titolo. La sceneggiatura solida procede per accumulo di disgrazie, sfiancando lo spettatore fino all'happy end "in discesa", che risolve la vita dei protagonisti e muove alla commozione. Muccino realizza un film intelligente e finalmente emancipato dal manierismo sociologico della sua filmografia. Merito da condividere col divo Will Smith, che doppia il semidivo Accorsi, in una performance straordinariamente drammatica che riduce e modera la sua maschera comica. L'altra metà del cielo riconferma (ahimè) il modello femminile di Muccino, ancora una volta isterico, risentito e mai solidale dentro un quotidiano che diventa materia del dramma. Ispirato dalla storia vera di Chris Gardner, Muccino sogna in italiano il sogno (materialista) americano.




La ricerca della felicità
La ricerca della felicità si basa sulla storia vera di Chris Gardner, un uomo che rappresenta la prova vivente del Sogno Americano. Sposato e con un figlio di cinque anni (Jaden Christopher Syre Smith), Chris (Will Smith) fatica ad arrivare alla fine del mese. Il suo lavoro consiste nel vendere porta a porta dei macchinari medici all'avanguardia, che però risultano anche molto costosi e, per tale motivo, vengono spesso rifiutati dagli ospedali. L'instabilità economica e le pressioni dovute a tante privazioni, spingono la moglie di Chris (Thandie Newton) ad abbandonare la famiglia per ricominciare una vita altrove.Chris, diventato padre single, non si perde d'animo e continua a cercare ostinatamente di ottenere un impiego meglio retribuito. Rimasto affascinato da una società di consulenza di borsa, dove per farne parte è sufficiente "essere bravi con i numeri e le persone", si candida ad un posto di praticante, che ottiene facendo leva sulle sue notevoli capacità intellettive. L'iniziale sorpresa che l'incarico non sia retribuito non lo scoraggia e lo spinge ad applicarsi con maggiore impegno. La sua speranza è che, dimostrando di essere il più bravo, possa ottenere alla fine del corso un lavoro ben remunerato e un futuro promettente per sé e per il figlio. I mesi del praticantato, tuttavia, sono tutt'altro che facili: senza uno stipendio fisso, con un figlio a carico e l'impossibilità di pagare l'affitto a fine mese, Chris subisce lo sfratto e si ritrova così costretto a dormire ove possibile, dai ricoveri per i senza tetto ai bagni pubblici delle metropolitane. Nonostante la dura prova a cui viene sottoposto dalla vita, Chris continua ad essere un padre presente, ponendo sempre il figlio in cima alle sue priorità e facendo in modo che la sua situazione non condizioni l'infanzia del bambino.La costante dedizione nel lavoro e l'affetto del figlio lo spingeranno a superare tutti gli ostacoli.La storia di Chris Gardner è l'incarnazione del Sogno Americano. Gli Stati Uniti sono fondati sull'idea che qualunque persona armata di buona volontà e determinazione possa crearsi le proprie opportunità nella vita, possa riuscire ad arrivare in cima partendo dal basso, possa ottenere una vita di ricchezza e successo partendo da niente. La forza del film sta nel mostrarci gli enormi sforzi e le immense difficoltà che bisogna affrontare prima di raggiungere la vetta. Il sogno americano non si ottiene in un giorno, bisogna sudarsela la vita che si desidera e, mai come in questo caso, bisogna davvero toccare il fondo, prima di poter cominciare a salire.La rappresentazione della vita di Gardner non risparmia allo spettatore i momenti di disperazione, quelli di estrema povertà, quelli in cui bisogna far affidamento solo sulle proprie forze perché l'istinto di mollare è sempre dietro l'angolo. È raro vedere rappresentato al cinema tale senso di povertà senza nascondere il senso di umiliazione e fallimento di un uomo. Merito è soprattutto della visione, molto europea, di Gabriele Muccino che abbraccia completamente il progetto e non cade nella trappola dei talenti europei sprecati in mega produzioni americane. Al contrario, Muccino riesce ancora una volta a commuovere, toccando tutte le corde giuste, senza sfociare nel melenso. L'uso della macchina da presa sembra distaccato, quasi documentaristico, ma è sempre presente il coinvolgimento emotivo capace di rendere la pellicola fortemente drammatica. L'abilità consiste anche nel sapere alternare il melodramma ai momenti di tenerezza tra il padre e il figlio. Tali sequenze che appaiono come diversioni sono, in realtà, il tema fondamentale del film; sono il motore e il filo conduttore dell'intera vicenda, la spinta per il protagonista ad andare avanti e quindi le fondamenta dell'intera storia.La collaborazione di Muccino con Will Smith si rivela, dunque, vincente.Will Smith ottiene qui la parte della sua carriera e non si esime dall'aprirsi completamente al pubblico, mostrando tutta la vulnerabilità che il ruolo richiede. Al suo fianco Jaden Smith, figlio anche nella vita reale, le cui espressioni e intonazione appaiono sorprendentemente convincenti e allontanano, da subito, ogni dubbio di nepotismo.Anche se non espresso esplicitamente, l'insegnamento che, secondo noi, si trae dalla parabola dell'esistenza di Gardner è che la felicità sia un istante nella vita di una persona. Aspirare alla felicità eterna è uno sbaglio, il percorso per ottenerla porta ad apprezzare quel breve momento in cui ci si sente appagati per gli sforzi fatti. Dal giorno dopo si ricomincia la ricerca, per un nuovo attimo di felicità.
Michael Traversa (28.12.2006)

2 commenti:

gio_stregacciabuona ha detto...

Uffa volevo venirci anche io...
UFFAAAAAAAAAAAAAA.............

giusy ha detto...

L'ho visto anch'io a Bologna con Ale... mi è piaciuto tanto... mi ha fatto capire che se davvero si desidera qualcosa la si può ottenere con l'impegno, i sacrifici... la strada è difficile, ci sono mille ostacoli, ma il traguardo è fantastico!!!
Una cosa però è d'obbligo dire: la felicità, il protagonista l'aveva a portata di mano... un figlio stupendo... quel bambino è meraviglioso!
Il film mi ha ricordato in molte cose "La vita è bella" di Benigni.. che ne dite???